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La storia della famiglia Mancini è avvincente. Nel 1918 il mastro sellaio Tito Mancini si trasferì da Ascoli Piceno a Roma per aprire la sua bottega al Teatro di Marcello, a quel tempo sepolto fino alla seconda fila di archi. Nel 1926 iniziarono i lavori di restauro per mettere in luce la parte sepolta, così Tito portò a Roma suo figlio Eugenio con il quale aprì un nuovo laboratorio di pelletteria specializzato in borse da viaggio. La qualità delle pelli e la maestria delle lavorazioni resero presto al nome la giusta fama, così la famiglia Mancini fu chiamata a confezionare alcuni degli elementi scenici del colossal Quo Vadis (1951), i bagagli di scena de Il Gattopardo (1963) e per la messinscena teatrale de Il giardino dei ciliegi, diretto da Luchino Visconti.
Gucci ha affidato le riparazioni alla famiglia Mancini per oltre trent’anni.
Questa splendida storia di artigianato italiano è fatta dagli eredi della famiglia Mancini che portano avanti la tradizione da ben quattro generazioni, oggi con il pronipote Riccardo Mancini nella sua boutique/laboratorio in Via della Palombella 28, a Roma, proprio dietro il Pantheon.
Riccardo Mancini ci ha contattato durante il lockdown, consapevole di stare per affrontare qualcosa di terribilmente nuovo: il deserto nel centro di Roma.
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